Adagiato su un colle, che domina l’abitato di Brignano e la Val Curone, al centro di un vasto parco di conifere di incomparabile, selvaggia bellezza dell’estensione di 5 ettari, il castello, dopo i recenti ampliamenti conta una trentina di stanze, tra cui ampi saloni, biblioteca, locali adibiti a foresteria e a scuderia. È a pianta quadrilatera, con torre anch’essa quadrata, a protezione dell’ingresso, secondo un modulo tipicamente lombardo. La sua struttura è mista, in arenaria e mattoni. Il nucleo originario di costruzioni consisteva nei due avancorpi a settentrione, collegati tra loro da un ponte levatoio; in epoca barocca i Guidobono Cavalchini vi aggiunsero il corpo di fabbrica oggi adibito a biblioteca; il conte Bruzzo il fabbricato a ponente, ossia la costruzione di Castelnuovo. All’interno è conservata, in parte, la struttura antica. La porta di ingresso al palazzo, che si apre sotto una loggetta nella parte avanzata del fabbricato, è di fattura rinascimentale.
Nel 2011 è stato in vendita per 6 milioni di euro per conto del gruppo tedesco Engel&Volkers.
Ad inizio 2013 è stato annunciato che per il Palazzo Visconti di Brignano Gera d'Adda è arrivato il momento di tornare a vivere e abbandonare il suo ruolo di museo: lo splendido complesso (noto anche come castello dell'Innominato perché il 16 settembre 1579 a Brignano nacque quel Bernardino Visconti al quale il Manzoni si ispirò per il personaggio dell'Innominato nei Promessi Sposi) si divide in Palazzo vecchio, sede del municipio e in Palazzo nuovo, di proprietà della Green Holding (il gruppo industriale di cui fa parte il termovalorizzatore Rea Dalmine) che da anni aspetta di avere una destinazione.

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