giovedì 19 settembre 2013

Fuori dagli schemi (9) - Il museo "Ripley's Believe It or Not" di Branson

Chi è alla ricerca di qualcosa di davvero bizzarro deve assolutamente vedere la collezione del Ripley’s Believe It or Not Museum.

È praticamente sconosciuta fuori dagli Stati Uniti, ma si fregia del titolo, seppur non ufficiale, di “capitale mondiale degli spettacoli musicali dal vivo”. Stiamo parlando di Branson, nel Missouri. E la conferma arriva dai numeri: questa città ha appena 10.000 abitanti, ma quasi 50 teatri stabili per un totale di 60.000 posti (più di Broadway e Las Vegas messi insieme!) e una settantina di live show ogni giorno. Branson ospita poi anche altre attrazioni, come parchi tematici, musei, dodici campi da golf e tre laghi per dei giri in battello. Ci sono 24mila camere d’albergo e quasi 400 ristoranti, necessari per soddisfare le esigenze degli 8 milioni di visitatori l’anno...

Per qualcuno Brenson sarà nota forse per il museo più grande del mondo sulla storia del Titanic, il Titanicbranson, ma la vera chicca della cittadina è il museo Ripley’s Believe It or Not.
Eccolo qui in tutta la sua originalità.


L’edificio è la risposta concreta alla domanda su quale sia stato il più devastante terremoto nella storia negli Usa. Molti pensano che sia uno dei tanti terremoti che hanno interessato la California, ma secondo il sito del museo, il terremoto più devastante della storia degli Usa, all'8° grado della scala Richter, si è registrato nel 1812 a New Madrid, proprio nello stato del Missouri; a causa del terremoto per tre giorni il corso del Mississippi si sarebbe invertito... Credeteci o no! - direbbe Mr Ripley. Il Ripley’s è una sorta di franchising di musei (quello di Orlando è inclinato come se affondasse) e al suo interno sono rappresentati eventi incredibili, al limite tra realtà e leggenda metropolitana.

mercoledì 11 settembre 2013

Le city in verticale - The Penthouse Triton

Rispetto ad altre metropoli del mondo come New York, Hong Kong, Singapore o San Paolo la capitale britannica resta una città bassa dove prevalgono le case a schiera di epoca giorgiana o vittoriana di massimo quattro piani. Recentemente però Londra sta cambiando...


L'offerta si calibra alla domanda e la richiesta da parte soprattutto degli acquirenti stranieri (da Medio Oriente, Asia e America) è di grattacieli nuovi e con vista. Ma regole ferree sulla costruzione di edifici alti nelle zone centrali impediscono un boom di grattacieli: ad esempio, una legge severa stabilisce che la cupola della cattedrale di San Paolo debba sempre essere visibile e la sua vista non può quindi essere bloccata da altri edifici piú alti. I permessi di costruire vengono concessi con il contagocce.
Per questo, una volta ottenuto il via libera a costruire un nuovo grattacielo residenziale a Regent's Place, a un passo dall'omonimo parco nel centro di Londra, il gruppo immobiliare British Land ha deciso di creare dei veri e propri superattici. Il palazzo di 25 piani è già spettacolare da un punto di vista architettonico, dato che il rivestimento di alluminio incrociato lo fa sembrare una scultura gigante. Contiene 94 unità abitative, ma l'attenzione è stata concentrata sugli ultimi quattro piani, creando solo tre grandi appartamenti assolutamente unici a Londra.

Sapendo quanto siano richiesti gli appartamenti con vista, le agenzie immobiliari a volte sono fuorvianti, pubblicizzando come 'superattici' appartamenti che sono semplicemente all'ultimo piano di un palazzo, magari neanche alto. Le Penthouse Triton invece sono veri superattici su diversi livelli, con grandi terrazze scavate di oltre 100mq, che anche a quest'altezza danno l'impressione di essere un'altra stanza vivibile. All'ultimo piano ci sono le cosiddette 'sky room', direttamente sotto le grandi arcate di metallo che completano l'edificio, con muri di cristallo per sfruttare al massimo la vista su Londra. Dei tre appartamenti, la City Penthouse, di 400mq, ha la vista verso sud mentre la Panoramic Penthouse, di 2340mq, ha terrazze con vista in tutte e quattro le direzioni. La più spettacolare è però forse la Park Penthouse, di 'soli' 340mq, che ha una vista ininterrotta sui grandi spazi verdi di Regent's Park.

[fonte: thetritonpenthouses.com]

giovedì 5 settembre 2013

Stop all'Imu prima casa. Ma cosa comporterà?

Mattone più leggero. Finalmente! - È questo il pensiero di operatori e proprietari di casa dopo che il consiglio dei ministri qualche giorno fa ha fatto chiarezza sul futuro delle tasse che pesano sull'immobiliare. Viene quindi cancellata l'Imu dal primo gennaio 2014, quando entrerà in vigore la cosiddetta service tax.


Il primo gennaio 2014 nasce la service tax, che tocca la Tares e quindi i servizi, non il concetto di proprietà dell'abitazione - ha spiegato ieri Enrico Letta in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
Sarà questa decisione la panacea di tutti i mali del mercato immobiliare? Un mercato che però a dir la verità quando è stata introdotta l'imposta era già in crisi da anni. Con l'abolizione dell'Imu si lasciano nelle tasche della maggioranza degli italiani circa quattro miliardi di euro da mettere in circolo nell'economia generale - spiega Paolo Righi, presidente di Fiaip, associazione degli agenti immobiliari che da sempre osteggia la tassa - Il mercato immobiliare ne trarrà beneficio perché l'Imu, soprattutto nei grandi centri urbani è stata un freno alle compravendite, soprattutto per giovani coppie. Certo noi chiediamo un processo più generale di riduzione della pressione fiscale sul mattone, ma questo è un primo passo. Poi andremo a valutare la service tax, quando si saprà qualcosa di più concreto. Molti infatti sperano che proprio questa scelta di sgravare il mattone dell'Imu possa rivitalizzare un mercato che vede compravendite in discesa di trimestre in trimestre, in tutti i settori, dal residenziale agli uffici e ai negozi. Secondo i dati dell'agenzia delle Entrate le transazioni italiane nel residenziale - la componente più importante del mercato - si sono dimezzate dal 1985 a oggi, in calo del 25,7% rispetto al 2011. Una discesa proseguita, anche se in maniera meno marcata, nei primi tre mesi del 2013 (-14,2%). La cancellazione dell'Imu è sicuramente una bella notizia per una parte del mercato immobiliare italiano - dice Mario Breglia, presidente di Scenari ImmobiliariNon solo perché, come ovvio, ci sarà un balzello in meno. Ma soprattutto perché si dà una certezza ai proprietari e ai potenziali compratori. L'introduzione dell'Imu aveva contribuito a raffreddare i già scarsi entusiasmi per l'investimento immobiliare e a far calare gli scambi. Ora ci sarà più attenzione all'investimento immobiliare, non solo perché ci saranno meno tasse, ma anche perché si sono registrati cali consistenti nei prezzi medi. Ma l'impatto potrà essere positivo solo per l'uso diretto. Rimane fortemente penalizzato l'investimento per la locazione e quello nelle residenze turistiche, dove parte della domanda nostrana già si sposta sull'estero. Secondo Breglia il vero problema riguarda gli immobili d'impresa dove l'imposizione (aggravata dai Comuni) spesso è stata più che doppia dell'Ici, peggiorando i bilanci aziendali e drenando liquidità dalle imprese. Un forte freno alla ripresa industriale e delle attività dei servizi.

Ma c'è anche chi inizia a vedere qualche segnale di miglioramento del mercato immobiliare. L'abolizione dell'Imu non è un elemento di grande stimolo per un'eventuale ripresa del mercato real estate - dice Luca Dondi, direttore generale di Nomismaquesta scelta si deve inserire in un quadro più ampio. Una risalita, dal baratro toccato nel 2013, che si intensificherà a fine anno. I dati degli ultimi due trimestri dovrebbero essere migliori, sulle compravendite, non sul lato prezzi. Allora (forse) potremmo dire che il peggio è passato.

[fonte: casa24.ilsole24ore.com]

lunedì 2 settembre 2013

Quanto tempo ci vuole per avere un mutuo in Italia?

Una delle domande maggiormente ricorrenti quando si richiede un mutuo è: quanto tempo passerà prima di poter stipulare il contratto davanti al notaio?

Cerchiamo dunque di rispondere a questa domanda, verificando quale sia l’effettiva durata di questa attesa, e da che cosa siano dovute le lungaggini che trattengono sulle scrivanie delle banche le nostre pratiche di finanziamento.


In linea di massima, dal momento in cui si presenta alla banca tutta la documentazione completa, utile per ottenere un mutuo, occorre attendere tra i 20 e i 30 giorni per comprendere se la nostra pratica sarà (o meno) accettata. In alcuni casi i tempi indicati dalle banche sono ancora maggiori (arrivando fino a 60 giorni), ma si tratta di estremi che raramente vengono poi effettivamente verificati nella realtà. Questi giorni servono alla banca per
  • effettuare una verifica tecnica di tutta la documentazione presentata
  • verificare l’esistenza o meno del rispetto degli opportuni requisiti di merito creditizio da parte del potenziale mutuatario
  • effettuare la perizia da parte dei tecnici della stessa banca
  • predisporre tutta la documentazione utile per formalizzare la delibera.

A questo punto occorrerà attendere altri 20/30 giorni prima della stipula davanti al notaio. In questo tempo la banca predisporrà le minute contrattuali (ovvero delle bozze che sottoporrà al notaio prima della stipula dell’atto), e fisserà l’appuntamento con il pubblico ufficiale. Alla luce di questi tempi – stimati – dal momento della richiesta del mutuo al giorno della stipula del contratto di finanziamento e del contestuale atto di compravendita, passeranno circa dai 40 ai 70 giorni. Le eccezioni (nel bene e nel male) ovviamente non mancano, ma si tratta comunque di casi piuttosto limitati, e frequentemente legati alla necessità di apportare nuova documentazione.

[fonte: iocomprocasa.com]