giovedì 28 marzo 2013

Residenze storiche: l'ex casetta del Dalai Lama



Il Palazzo del Potala fu la residenza principale del Dalai Lama, fino a che il 14º fuggì in India, in seguito all'invasione ed alla fallita rivolta del 1959. Attualmente il Palazzo del Potala è stato convertito in museo dal governo cinese.

L'edificio misura 400 metri sul lato est-ovest e 350 metri su quello nord-sud, con pietre inclinate spesse 3 metri (5 metri alla base), con rame fuso attorno alle fondamenta per aiutare a proteggerlo dai terremoti. I tredici piani dell'edificio (contenente oltre 1000 stanze, 10.000 reliquiari e circa 200.000 statue) si alzano per 117 metri sulla cima del Marpo Ri, la "Montagna Rossa", ad un'altitudine di 3700 metri.


Al centro della valle di Lhasa, capitale del Tibet, il Palazzo del Potala, con i suoi grandi muri inclinati rotti solo nella parte superiore da file di finestre, e con i tetti piatti ai vari livelli, non è molto diverso da una fortezza. Sul lato meridionale della roccia si trova un grande spazio racchiuso da mura e porte, con un grandi portici all'interno. Una serie di scale, interrotte da lievi salite, conducono alla sommità. In pratica tutta la larghezza della rocca è occupata dal palazzo!

La parte centrale di questo gruppo di edifici viene chiamata "Palazzo Rosso" a causa del colore cremisi, che gli permette di distinguersi dal resto. Contiene le mura, le cappelle ed i santuari principali dei passati Dalai Lama. Al suo interno vi sono numerosi dipinti decorativi, con opere tempestate di gioielli, intarsi ed altri ornamenti.

mercoledì 20 marzo 2013

Fuori dagli schemi (3) - La casa di lusso sull'albero

Di case sugli alberi è capitato sicuramente a tutti di vederne in qualche giardino abitato da bambini (o genitori) particolarmente abili e fantasiosi, o in qualche film, o addirittura, magari quella volta in campeggio, è capitato a qualcuno di provare a costruirne... Ma il premio per la casa sull’albero più bella del mondo a nostro parere va ad un architetto 'organico', un po' artista e un po' mago, che di nome fa Robert Harvey Oshatz.

Cos'è l'architettura organica? E' quella branca della moderna architettura che favorisce l’armonia tra l’uomo e la natura attraverso la creazione di un equilibrio tra ambiente costruito e l’ambiente naturale circostante. Tutto diventa così parte di un organismo architettonico interconnesso. Il padre fondatore di questa particolare arte è Frank Lloid Wright.

Questa particolare abitazione si trova a Portland, nell'Oregon (USA) ed è stata costruita per una famiglia molto esigente in fatto di abitazioni, dei veri e propri "baroni rampanti" della provincia americana: i Wilkinson. Ci sono voluti sette anni per realizzare le loro più ardite fantasie ma, come potete ben vedere, il lavoro è stato davvero svolto a meraviglia.


Elemento fondamentale è la luce che si intrufola nelle curve della casa, modella gli spazi e varia al variare delle ore man mano che il sole e la luna nascono e tramontano. La grande quantità di luce che accarezza gli ambienti permette di sfruttare i raggi del sole per riscaldarla e offre l’opportunità di sfruttare l’ombreggiatura degli alberi. Alla base di queste soluzioni c’è una vera e propria filosofia: Oshatz ha, infatti, basato i suoi progetti sulla ricerca dei bisogni emotivi. Le travi in legno ricurvo prodotte artigianalmente sono state studiate per accentuare l’atmosfera musicale degli ambienti, così come era desiderio del committente.

  

La struttura è stata fatta ad hoc per armonizzarsi con la foresta circostante, per migliorare l'acustica degli uccellini, per aiutare nel riposo gli abitanti della casa. Non tutti possono permettersi una casa del genere ovviamente ma, tra quelli che possono farlo, non tutti hanno il coraggio di inseguire i propri sogni così alla lettera!


martedì 12 marzo 2013

Le case del futuro - Terza puntata

L'artista canadese David Trautrimas è sempre stato affascinato dalla cultura sci-fi e dai vecchi film anni '50. Così inizia ad utilizzare parte di oggetti meccanici recuperato da vecchi elettrodomestici per ricostruire suggestivi paesaggi futuristici che potremmo definire in stile techno-retrò.
Eccovi alcune immagini tratte dalle sue ultime produzioni intitolate: The Spyfrost Project e Habitat Machines.

Un progetto abitativo utopico è dunque questo: ingigantire oggetti di uso comune e trasformarli in unità abitative. Una nuova direzione per l'architettura: l’arte. Può essere la via più visionaria, ma anche quella più originale.

   

   

   

martedì 5 marzo 2013

Gli agenti immobiliari diventano 2.0

Dai portali al networking, tra mondo immobiliare e mondo digitale l’amore è sbocciato.
Finalmente pare che anche la categoria degli agenti immobiliari fanno ampio utilizzo dei portali di annunci, usano i canali social per il networking, mentre il mobile è ancora poco diffuso ma viene indicato, tra i trend del futuro. Si delinea anche l’interesse per i video, che però ancora non sono decollati. E’ il risultato dell’indagine real estate next realizzata da idealista.it su 200 operatori del settore immobiliare da sud a nord, con domande riguardanti l’evoluzione delle loro abitudini di lavoro, per capire come la  tecnologia sta cambiando la professione.


Secondo il responsabile dell'ufficio studi - la scomparsa della cravatta, indicata da oltre il 40% degli intervistati tra gli strumenti di lavoro più indiziati a sparire nei prossimi anni, può segnare l’ideale punto critico di una professione in rapida trasformazione, e infatti l'indagine mostra chiaramente come gli operatori stiano abbandonando gli strumenti analogici per sostituirli con le tecnologie digitali - acquisendo le competenze tecnologiche necessarie oggi per non rischiare di diventare irrimediabilmente "vecchi".
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Leggi tutto l'articolo sul blog istituzionale.